E' iniziato tutto da Livigno, o forse
anche prima, ma cosi' troppo a ritroso la mia mente non riesce ad andare, da
aprile in poi, ho subito una lobotomia(in senso figurato).
Parto da Livigno, la voglia di
camminare, di macinare quantità di chilometri sino quasi al vomito era nella
mia mente.
Non so' da dove e come mi sia nata la
storia del cammino, mentre scrivo lo vorrei ben sapere da dove è partita, ma
non ricordo.
Tornata da Livigno, ho iniziato ad
imbastire il mio cammino, scegliendo non a caso La Via di Francesco.
Francesco il Santo con il mio nome e
quella sua frase sempre cucita sul mio petto:
“Cominciate
col fare cio’ che è necessario, poi cio’ che è possibile e all’improvviso vi
sorprenderete a fare l’impossibile”
San
Francesco D’assisi
Tirato in ballo Matteo, il mio inseparabile miglior amico abbiamo iniziato a:
comprare le cose, provare le cose,
pesare le cose, camminare, camminare, camminare,( cioè io camminavo, lui faceva
altro nel mentre, credo, spero ahahaha!!!😊).
Nella testa ricordo bene solo la voglia
di camminare, lasciare passi dietro me, calpestare il suolo, lasciare orme,
perdermi nella natura, perdermi nei miei pensieri e perdermi in ogni angolo del
mondo, per poi fare passi, per poi trovare la strada e perché no, riperdermi
nuovamente.
Il 15 son partita dal Santuario Della
Verna, inziando il mio percorso in solitaria e come avevo detto sono arrivata
in 9 giorni, a Roma in San Pietro.
Ho ricevuto parecchie critiche per la
scelta del mio cammino cosi’ “veloce”, poiché questo è fatto di tappe da 23
giorni e io le ho concluse in 9.
Cammino, viene associato a lentezza, ma
io avevo voglia di fare le cose con i miei tempi perché ognuno deve avere l’opportunita’
di “pensare” al proprio passo e cosi’ ho fatto.
Tappe da 50-60 km al giorno, posti
visti, gente conosciuta, soste effettuate, chiacchiere scambiate, foto, un
milione di foto e tanto cuore.
Nella
mia giornata ho avuto tempo per tutto!!!
Ho raccontato in ogni e dove le
vicissitudini del cammino e non sto ancora a raccontare.
IL
CAMMINO MI HA DONATO UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO.
Sono partita per varie ragioni, una di
queste Emma, ad Emma ho dedicato un bel pezzo dei miei passi.
Emma, mia nipote di 9 anni, la mia vita,
il dono piu’ bello che abbia mai ricevuto, (con i miei due bimbi pelosi a
seguito naturalmente, Brian e Zac 😊)
Emma, parte di me, con questo cammino
volevo “insegnarle” che se si vuole veramente qualcosa, bisogna solo fare in
modo di averla, cercarla, costruirla, afferrarla, sudarla, a Emma, volevo
“insegnare” che, la vita, nonostante ci tolga spesso qualcosa, riesce comunque
a ripagarci donando altro per esserle grata, a Emma , vorrei trasmettere che la
gentilezza ed il sorriso sono la medicina migliore e gratuita che abbiamo a
disposizione, a Emma vorrei far sentire il calore ricevuto in tutti quei
sorrisi, in tutti quegli abbracci e in
tutti quegli sguardi ed in tutte quelle parole dette e ascoltate…
Il mondo è meraviglioso e Emma con i
suoi 9 anni il mondo lo vede proprio cosi; son partita credendo di “insegnarle”
qualcosa ed invece è stata proprio lei ad insegnare a me, solo che da adulti
certe cose purtroppo si perdono.
Bisogna guardare proprio il mondo con
gli occhi dei bambini per capire com’è, bisogna imparare a stupirsi delle cose
piu’semplici e fare proprio oooooooh!!, come diceva Povia nella canzone “quando
i bambini fanno oh”
Zia “Checca”, cosi’ mi chiama Emma, ha
deciso pero’, di mettere tutto nero su bianco.
Scrivo per ricordarmi, scrivo per
ricordare a Emma quando sara’ grande che
ci si puo’ stupire anche da adulti, basta solo indossare gli occhiali dei
bambini.
Credo che le cose restino comunque
brutte quando accadono, ma quando accadono le cose belle, dovrebbero essere in
grado di farci capire che splendido dono è la vita!!!
Un’ altro motivo del mio cammino
riguarda sempre i bambini, i bimbi di Nonnoboi, l’associazione di Robi e
Lorenza, che aiutano i bimbi del Kenja.
In loro ho conosciuto lo stupore dei “bambini”
due persone meravigliose ed è un piacere essere ambasciatrice dell’associazione nei miei cammini.
Nel cammino anche con me, la voglia di
mettermi alla prova e di riuscire in cio’ che mi ero prefissata, partendo dalle
tappe chilometriche.
Un sacco di buoni propositi alla
partenza, che si sono trasformati in insegnamenti continui.
Amare la vita e non darla mai per scontata perché cel’ hanno donata è il
primo insegnamento che ho acquisito.
Ho sete di vita, voglio camminarla,
morderla, sporcarla di tutti i colori del mondo.
E ad un mese dal mio cammino porto
in me la consapevolezza piena di quanto
sia prezioso un cuore che batte, una mente lucida e degli arti funzionanti.
“E
le gioie semplici sono le piu’ belle, sono quelle che alla fine sono le piu’
grandi.”
San Francesco D’assisi.
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Un cammino non è altro che l'inizio di una fine.
Una fine infinita di passi.
Quei passi che,sono l'impronta della vita che hai vissuto.
Quei passi che,sono l'impronta della vita che stai vivendo.
Quei passi che,sono l'impronta della vita che vivrai.
Quei passi che,sono l'impronta di te a questo mondo.
Quei passi capaci di emozionare, stupire.
Quei passi capaci di accompagnarti a destinazione.
Quella destinazione dove sarai tu a decidere se restare se continuare a fare passi se lasciare impronte.
Francesca Crocetti
"Il mio primo cammino"